A volte trovi dei feedback del tuo lavoro che non ti aspettavi. Nonostante una poca propensione a raccogliere i complimenti (ahimè) alcune di queste parole ti possono riempire d’orgoglio. È capitato subito dopo il Lumen Festival 2021, quando nel blog di Romano Cappellari è uscito un articolo che parlava della mia visione del festival, e di come un festival sia anche un punto retail.
Romano l’ho scoperto grazie al suo operato, grazie ad un articolo fatto anni prima sempre sul Lumen Festival 2018, quando al festival introducemmo oltre i token anche il pagamento digitale via Satispay, allora ai suoi albori in Italia. L’idea era quella di creare una esperienza migliore per il visitatore e agevolargli la vita, (certo serviva saper fare la divisione per 2, ma eravamo fiduciosi) e i token ridussero le file, i vari tassi d’abbandono per fruire di cibo e bevande, e furono allo stesso tempo un modo di gestire flussi economici in modo facile, togliendo il rischio economico dai volontari dietro al banco.
Così con Romano è nato un rapporto di stima, discorsi di marketing ma anche grandi chiacchiere su concerti e LaneRossi.
Sono stato così invitato a parlare alla sua classe al Master in Retail Management e Marketing presso il CUOA di come sia nato Lumen Festival ma sopratutto del ragionamento che sta dietro alla produzione del festival, dalla definizione del target e di come ottenere il suo interesse e successivamente come coinvolgerlo in tutta la vita del festival. Anche in questa presentazione ho discusso con gli alunni su eventuali suggestioni per marcare (e non è mai abbastanza) la brand identity del festival, con azioni collegate alle aziende e ai servizi.
Adoro parlare di marketing e musica